TORINO - Quattro minuti contro la Nigeria, entrando al posto dell’amico Mario Mandzukic, zero al cospetto dell’Argentina massacrata dai compagni con indosso la maglia a scacchi biancorossi. E oggi, vuoi per ragioni di classifica vuoi perché la turnazione non ha mai fatto del male a nessuno, Marko Pjaca si riprenderà lo scettrodella nazionale croata. Ingeneroso pensare a un suo impiego da titolare assieme ad altri “scalda panchina” come a una banale occasione per dare minutaggio a chi il sole lo vede poco. Altroché: i vichinghi islandesi vanno affrontati come fossero i maestri del futebol bailado e l’ex Dinamo Zagabria tornato dal prestito semestrale allo Schalke 04 sarà accuratamente osservato dalla... Juventus. Sono giorni caldi per il fantasista che nell’estate 2016 fu pagato 23 milioni (la metà, in verità, visto che l’esborso sarebbe stato biennale come da accordi) ma che finora s’è fatto vedere pochissimo in bianconero.
Colpa di perone e crociato maledetti dalla sventura, ma dopo 20 presenze e un gol (al Porto) non è detto che il futuro sia forzosamente legato agli eptacampioni d’Italia di fila. Difficile che prima del Mondiale si possa accendere definitivamente il mercato attorno al classe ’95, anche se almeno due squadre si sono mosse in anticipo. Il Valencia avrebbe gradito l’innesto del croato, ma non contestualmente alla cessione ormai avvenuta di Joao Cancelo alla Juventus. Ecco perché in questi giorni non si può escludere una nuova offensiva da parte degli spagnoli, una volta risolte le incombenze legate al rispetto dei parametri del Fair Play finanziario dell’Uefa. Ma è la Fiorentina ad alzare la voce: da almeno un paio di settimane il direttore generale dell’area tecnica viola Pantaleo Corvino è in pressing su chi conosce Pjaca da molto vicino e la cosa non stupisce i dirigenti bianconeri.