La stampella di Tabarez

La sindrome di Guillain-Barré è una patologia rara, registra uno o due casi all’anno ogni centomila individui, colpisce il sistema nervoso periferico, può causare una paralisi acuta non traumatica, costringe il paziente a usare la carrozzina o le stampelle. Oscar Washington Tabarez, 71 anni, ha scoperto di averla nel 2016. Nessun ct al mondo si è seduto per 193 volte sulla panchina della propria Nazionale come ha fatto l’ex allenatore del Cagliari e del Milan che Berlusconi esonerò il 1° dicembre ‘96, con un’infelice battuta. «Tabarez chi? Un cantante di Sanremo?», sbottò l’allora Cavaliere con l’eleganza di un elefante in un negozio di porcellane. Tabarez, invece, incassò con stile. Dieci anni più tardi, il Maestro è tornato alla gida dell’Uruguay, che aveva già allenato dall’88 al ‘90. E’ arrivato quarto in Sudafrica, ha vinto la Copa America nel 2011, è uscito agli ottavi in Brasile, ha battuto l’Egitto al debutto in Russia. E quando Gimenez ha segnato il gol della vittoria, Tabarez è balzato in piedi, ebbro di gioia, incurante della malattia, di quella stampella che da due anni l’accompagna. Più forte del dolore. «A volte sto meglio,a volte sto peggio. Ma, sino a quando Dio me lo permetterà, continuerò ad allenare», aveva detto alla vigilia. Grazie per questa lezione di vita, Maestro.

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