TORINO - C'è un mondiale nel mondiale che diventa più ricco e ghiotto ad ogni edizione che passa. E' il mondiale dei brand che firmano le magliette delle nazionali e si contendono la vittoria anche a suon di contratti milionari e relative vendite di maglie e gadgets vari. Fin qui trionfa Adidas, che in Russia insegue il suo sesto mondiale, proprio come il Brasile che, peraltro, essendo sponsorizzato Nike, sarà anche il suo principale rivale. La casa d'abbigliamento tedesca ha vinto fin qui 5 Campionati del Mondo con la Germania nel 2014, la Spagna nel 2010, la Francia nel 1998, ancora la Germania nel 1990 e l’Argentina nel 1978. Oltre ad Adidas gli altri brand campioni sono stati Le Coq Sportif con l'Argentina nel 1986, Umbro con il Brasile nel 1994, Nike sempre con il Brasile nel 2002 e Puma con l’Italia nel 2006.
Chi parte svantaggiato a questo mondiale è proprio Puma: non solo l'esclusione dell'Italia, che ne è la principale testimonial, ma anche quella dell'Austria e di alcune ammiraglie africane, primo fra tutte il Camerun. Proprio per questo Puma si è fatta sotto con il Senegal (3 milioni di contratto, firmato a gennaio 2018). In Russia, dopo essere stata addirittura la più rappresentata nel 2006, con ben 12 nazionali, vestirà anche Svizzera e Uruguay, affidando alla Celeste le sue speranze di titolo. Il logo sulla maglia, ovviamente, non è obbligatorio. Ma dal 2006 tutti ce l'hanno. L'ultima nazionale a presentarsi senza il marchio dello sponsor tecnico stampigliato sulle proprie casacche fu l'Uruguay nel 2002. L'Italia, invece, nel 1982, fu l'ultima nazionale a vincere senza nome dello sponsor tecnico stampato sulla maglietta. Un motivo in più per considerare quella squadra leggendaria ma anche nostalgicamente lontana nel tempo dato che chiuse un’epoca.
Le maglie vengono griffate dal 1974. Fu quello di Germania il primo mondiale in cui comparvero i loghi sulle magliette. Prima di allora solitamente le divise ufficiali venivano per lo più fornite da una casa produttrice locale. Nel 1966 in Inghilterra, ad esempio, tutte erano state fatte dalla Umbro, storico marchio che vestirà la nazionale inglese fino al 1974 prima di un decennio di stop. Gli unici a "portarsele da casa" furono i sovietici. Dal 1974 ad oggi solamente in due occasioni l'Adidas (che è anche sponsor ufficiale FIFA e firma il pallone da gioco) non è stata la casa più rappresentata. La prima volta è accaduto, come già ricordato, nel 2006 con la Puma in testa e l'Adidas al suo minimo storico (6 nazionali). La seconda volta è stata nel 2014 in Brasile quando la Nike si presentò con 10 squadre contro le 9 dell'Adidas che si tolse tuttavia la soddisfazione di vincere il torneo grazie al gol ai supplementari di Gotze.
Ripercorrendo invece la storia delle sponsorizzazioni dell’Italia, c’è innanzitutto da ricordare che la nostra è stata tra le ultime nazionali ad accordare ai propri sponsor tecnici il permesso di firmare la maglia. La prima volta è accaduto nel 2002 in Corea e Giappone con l'italianissima Robe di Kappa. I precedenti brand (Diadora e Nike) avevano invece prodotto il materiale tecnico senza poter apparire ufficialmente in gara. Se invece guardiamo alle aziende di casa nostra che hanno vestito le nazionali ai Campionati del Mondo, in questa speciale classifica spicca in testa la Lotto che apparve per la prima volta nel 1990 (con la Costarica) e da allora ha fornito 9 diverse nazionali, l'ultima è stata ancora la squadra centramericana che ha estromesso gli azzurri nel 2014. Le altre italiane presenti ai mondiali sono state Diadora e Kappa con 3 nazionali, mentre quest'anno ci sarà l'esordio di Errea, già portafortuna dell'Islanda ad Euro 2016 e pronta ora a bissare.
COSÌ IN RUSSIA - A Russia 2018 in testa alla classifica c’è Adidas che veste 12 nazionali: Argentina, Belgio, Colombia, Egitto, Germania, Iran, Giappone, Messico, Marocco, Russia, Spagna, Svezia Nike (10): Australia, Brasile, Croazia, Inghilterra, Francia, NIgeria, Polonia, Portogallo, Arabia Saudita e Sud Corea Puma (3): Senegal, Svizzera e Uruguay New Balance (2): Costa Rica e Panama Umbro (2): Peru e Serbia Errea (1): Islanda Hummel (1) Danimarca Uhlsport (1): Tunisia.