FIRENZE - «Si, si, siiii....» è stata l'esultanza di Giovanni Trapattoni al gol di Graziano Pellè al 69esimo, che ha sbloccato e deciso Italia-Malta giocata a Firenze per le qualificazioni agli Europei 2016 di Francia di fine stagione. Gol di mano, che sfugge agli arbitri. Il Trap, all'esordio da seconda voce nella telecronaca Rai, ha seguito i ritmi lenti e compassati della Nazionale di Conte, che con la vittoria di oggi sorpassa in testa al girone la Croazia, che ha pareggiato in Azerbaigian. Sorpasso di un solo punto, quello di penalizzazione della famigerata svastica sull'erba dello stadio di Spalato.
CHE NOIA - Conte sceglie i due registi a centrocampo, Pasqual e Darmian sugli esterni dietro, Gabbiadini e Eder ai fianchi di Eder, con Chiellini e Bonucci a far la guardia in mezzo. Nel primo tempo proprio nulla da ricordare per gli azzurri, incapaci di metter pressione agli avversari, di alzare il ritmo e creare occasioni da gol. L'asse Pirlo-Verratti, assistita da uno spento Bertolacci, è apparsa appannata e incapace di dare gli impulsi giusti alla manovra. L'occasione più grande è stata per Malta, con l'incontenibile (a sprazzi) Effiong che ha mancato il gol per pochissimi centimentri con un bel destro a giro. La risposta degli azzurri è tutta in un'azione solitaria di Eder, pure lui non in gran spolvero, che mette a sedere due avversari, ma poi non inquadra la porta.
MANO SANTA - Nella ripresa, in corso d'opera, Bertolacci lascia il posto a Parolo e Gabbiadini (zoppicante) a Candreva. L'attaccante del Napoli, prima di uscire, è stato autore della prima azione degna di nota della partita dell'Italia, con un gran sinistro da fuori che ha preso in pieno l'incrocio dei pali. E Candreva subito si è fatto notare alla prima azione che lo ha visto protagonista, con il cross-assist per Pellè, che ha messo la palla in gol con una mano, difficile da vedere, ma che renderebbe il gol da annullare. Ma l'arbitro slovacco Kruzilak, e i suoi assistenti, non si accorgono di nulla. Conte ha esultato come fosse già all'Europeo, ma cè tanto, forse troppo da lavorare, anche se l'impressione netta è che questo gruppo paghi una carenza generazionale di talento su cui poco si può fare.