TORINO - Dopo visite mediche e firma sul contratto, oggi è il Dani Alves Day. Ecco le prime parole del terzino brasiliano nella conferenza stampa di presentazione allo Stadium: «È' un grande onore essere alla Juventus. L'ho scelta perché mi piace sognare con questa squadra, con tutti i giocatori e credo che la Juventus sia un sogno che voglio condividere con tutti. È' da molto tempo che la Juve non vince la Champions League e voglio che il sogno si avveri. In Italia vince da sempre, in Europa c'è tanta voglia di trionfare di nuovo.
«È un club dalla grande storia, una storia che mi affascina. Penso che sarà un'esperienza molto interessante, per scoprire un nuovo tipo di calcio. Un' avventura da condividere per raggiungere tutti gli obiettivi. Ho scelto il numero 23, perché è il numero di Lebron James, che non ama sedersi sugli allori e vuole sempre vincere nuove sfide. Non si accontenta mai. Lui era a Miami, poi ha cambiato squadra da un anno, sembrava non andasse bene ma ora è tornato alla grande. Si è reinventato. È' un numero che mi ha suscitato una bellissima sensazione».
RT for our new number 23? #BemVindoDani ?? pic.twitter.com/nIeFbq0W8o
— JuventusFC (@juventusfcen) 28 giugno 2016
OBIETTIVO CHAMPIONS - "Cosa manca alla Juve? Non c'ero, potrò capirlo man mano. Vedremo insieme ai compagni cosa c'è da risolvere in ambito europeo. È' una competizione importante, bisogna giocare bene, affrontare ogni partita nel modo giusto. Se ci manca qualcosa, da adesso in poi cercheremo di capirlo. Così faremo io nostro dovere al meglio".
CIAO BARCELLONA - "Ho scelto la Juve perché è una squadra che ama reinventarsi, con. nuovi obiettivi. Mi piacciono le nuove sfide, devo sfruttare un'opportunità unica che ha una storia importante, ma che da anni non vince in Europa. E lotteremo fino in fondo per vincere. Voglio rimettermi in gioco, non mi piace sedermi in un posto e rimanere fermo. Mi stufo se non ho altri obiettivi da raggiungere. Ecco perché ringrazio la Juve per avermi dato l'opoortunità di vivere un'esperienza così importante. So che tutti i mie compagni sono professionisti, io non mi ritengo una stella del calcio, mi alleno molto, spero di poter unire le mie forze a quelle dei miei compagni per fare tutto il necessario per vincere".
IO E ALLEGRI - "Ho parlato con lui, ma senza approfondire nulla. Posso immaginare cosa si aspetti da me, se sonno stato acquistato è perché vogliono che io faccia vedere le mie qualità. La Juve studia molto bene i giocatori che sceglie: devono essere capaci di fare squadra. Questa è una delle cose che apprezzo di più. Ci sono moltissime squadre che mi hanno contattato, ma mi sono convinto della Juve per lo studio che loro fanno dei giocatori. E se mi hanno scelto, vuol dire che posso essere all'altezza".
IO E POGBA - "Paul è un grandissimo giocatore, sarà un. grande onore giocatore con uno come lui. MA penso anche ad altri calciatori storici di questa squadra, con un percorso incredibile. Sono contentissimo di poter condividere con loro questa nuova esperienza. Una squadra è formata da individui, ma i titoli si raggiungono grazie all'unione di tutte le individualità. La nostra professionale deve essere anche divertimento, ma con responsabilità e testa sulle spalle".
IO E DYBALA - "Io sono qui per aiutare tutti, anche Paulo. Sarà un piacere aiutarlo a fare la differenza. Sarò contentissimo di farlo. Farò tutto quello che posso, gli attaccanti sono contenti solo quando segna io, ma io sono più felice di loro quando riuscirò a farglieli fare. Sarà un'accoppiata ideale: voglio raggiungere un obiettivo difficile come la Champions. So che ci sarà da lavorare molto e lo faremo senza dubbi. Vogliamo tornare a fare la storia in Champions. Sono venuto per fare tutto è anche di più. I tifosi devono essere contenti di noi".
IO E IL BALLO - "Sì, mi piace molto la musica, non solo quella brasiliana. Ho scoperto già un posto a Torino dove si potrà ballare molto: sarà la mia casa, voglio ballare in questo luogo il prima possibile. La musica ti permette di viaggiare. Cercherò di contagiare i compagni con i miei gusti musicali".
IO E MESSI - "Non ho visto la finale di Coppa America, ho visto il risultato è penso che la decisione di Messi è stata presa a caldo. Ma nessuno può cancellare l'importanza di questo giocatore del quale ho il piacere di essere amico. Non ho nessun messaggio da mandargli, so che lui sa far divertire tutti. Noi dobbiamo stare con la gente che ci rispetta, non con chi cerca di screditarci: loro sono la minoranza. io penso solo alle persone che si divertono nel guardarmi giocare. Sono decisione da prendere a freddo, pensandoci a fondo. Messi farà ancora divertire le persone che amano il calcio. Non si può pensare di perdere un giocatore così importante, sarebbe uno spreco di talento. Posso solo dirgli di continuare, lo incoraggio a proseguire. Nel nostro lavoro succede che si vinca o che si perda: non è una sconfitta che deve convincerti a lasciare. Posso solo dirgli di continuare".
IO E I RECORD - "Io a quattro trofei da Giggs? Non ci penso, io vivo alla giornata, vivo i singoli momenti, senza l'ossessione di un obiettivo storico di questo genere. Io voglio solo che tutti si divertano guardandoci giocare. E i risultati arriveranno in automatico se tutto andrà come deve andare. Io penso solo alla squadra. Ho giocato con tanti compagni che hanno fatto la storia, tanti giocatori sono dei modelli da seguire, ma non mi pongo il problema di superarli. Il tempo ci dirà...".
IO E MASCHERANO - "È uno dei giocatori con cui ho il più bel rapporto. Sarebbe un onore giocare con lui, io sono un suo incredibile fan. Sarebbe una cosa grandissima poter condividere con lui questa stagione, ma non dipende da me. Sono questioni che dipendono dal Barcellona, dal giocatore... Lui è un grandissimo giocatore, l'ennesimo che si unirebbe a questa grande squadra. Ha tanta voglia di far bene, è fantastico. Non è semplice prenderlo".
I SALUTI AL BARCELLONA - "Il momento in cui ho preso la decisione di chiudere un capitolo incredibile della mia vita è stato quando mi sono accorto che qualcosa non andava. Stare troppo tempo insieme... mi stavo usurando e il Barça forse era stanco di me. Ci sono stati momenti incredibili con loro, io mi considero un privilegiato per averne fatto parte. Sono molto grato a tutti, da Joan Laporta che mi ha dato l'opportunità di arrivare in questa squadra, quando io ero piccolo e insignificante. Ma tutte le storie hanno una fine, mi sono reso conto che anche loro avevano l'idea di chiudere la storia. È questo non mi piaceva, non volevo che loro non fossero più contenti. Ho messo io il punto finale prima che lo facessero loro. Quando smetterò di giocare a calcio, vedremo. Ora, però, voglio scrivere un altro capitolo della mia storia, umile ma vera, con il cuore".
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