MILANO - Arrivare prima possibile alla stesura del contratto di compravendita del 70% del Milan, e nel frattempo assicurarsi l'allenatore a cui affidare la squadra, Manuel Pellegrini. La cordata cinese sta accelerando le mosse in una trattativa che lunedì vivrà una giornata importante, con il vertice a Milano fra i suoi advisor, Sal Galatioto e Nicholas Gancikoff, e i manager di Fininvest, ma non decisiva. Perché l'ultima parola sull'affare spetta a Silvio Berlusconi e, per via dell'intervento al cuore che attende il presidente rossonero settimana prossima, le parti hanno concordato una proroga del negoziato in esclusiva fino almeno al 30 giugno. Nella sua stanza dell'ospedale San Raffaele, dove è ricoverato da martedì, Berlusconi riceve solo le visite di figli, compagna e strettissimi collaboratori, ha spiegato il suo medico personale, Alberto Zangrillo, raccontando che l'ex premier "sta continuando a fare una vita normale dal punto di vista lavorativo, visto che dà indicazioni e riceve indicazioni".
OPERAZIONE BERLUSCONI, SLITTA LA CHIUSURA CON I CINESI
CINESI - Secondo il poco che filtra, Berlusconi sarebbe ancora tentato dall'idea di tenersi stretta la sua creatura calcistica, ma il suo umore sulla vicenda è sempre stato variabile e ora aspetta gli ultimi passaggi: gli approfondimenti richiesti ai 7-8 soci cinesi su come investiranno per rilanciare il Milan, e la stesura finale del contratto. Per accelerare la soluzione dei dettagli tecnico legali rimasti in sospeso è in arrivo a Milano Galatioto per il vertice, probabilmente negli uffici di Fininvest, con i dirigenti della holding che si occupano del dossier Milan, l'ad Pasquale Cannatelli, il dg Danilo Pellegrino, e il direttore Business Development Alessandro Franzosi. Il viaggio in Europa potrebbe anche servire a completare il corteggiamento di Pellegrini: l'eventuale cessione non dovrebbe avvenire prima della fine di giugno, ma i cinesi vogliono arrivare a quel momento con già in piedi il progetto per il nuovo Milan, dall'allenatore ai primi colpi di mercato. Con buona pace di Brocchi, in standby con la speranza che Berlusconi non venda.