Dilettanti - Utenze troppo care: adesso basta

Trombini lancia l'allarme: «Parlare non serve: o la politica ci aiuta oppure si rischia di scomparire». Riccetti: «Basta ai tagli dalla Regione»
Dilettanti - Utenze troppo care: adesso basta© Foto LaPresse

La montagna da scalare, per le istituzioni, diventa di giorno in giorno sempre più alta. Le società piemontesi, in particolare quelle legate alla provincia di Torino, si trovano a fare i conti con una quotidianità sempre più irta di difficoltà. Da una parte ci sono una serie di utenze da pagare, che diventano via via sempre più ingenti, ma dall'altra il servizio che viene offerto ai tesserati e alle famiglie è spesso insufficiente. In particolare, le realtà del territorio denunciano una totale mancanza di sensibilità sui dilettanti da parte della politica. Il problema viene sollevato dal direttore generale del Barcanova Pier Giorgio Trombini, che ammonisce: «Ormai sono dell'idea che parlare di queste criticità non serva più a molto. Prima si interagiva con Gallo, adesso con Finardi e ora bisognerà ricominciare tutto da capo. Ma penso al fatto di inserire nuovi “rami” nelle società: è impossibile. Si pensi ad una formazione femminile o di disabili: nelle strutture non ci sono spogliatoi, docce e attrezzature per le prime sqaudre, figurarsi per esigenze differenti. Bisogna arrivare a dire alle amministrazioni: o ci date una mano o ecco le chiavi».La sostanza del problema è tutta riassunta dalle parole di Trombini, molto severo ma tremendamente realistico nell'analizzare la situazione delle realtà della provincia di Torino. Il problema viene sollevato anche dal dg della Pro Settimo Eureka Russo: «Le spese legate alle utenze dovrebbero essere quantomeno agevolate, è evidente come le società non riescano a gestirle. Le amministrazioni vanno sensibilizzate verso il ruolo sociale che hanno le squadre dilettantistiche sul territorio». Alla luce della distanza fra il calcio dilettantistico e le istituzioni, la domanda che cominciano a farsi i presidenti è una: conviene ancora investire tempo e denaro per questo sport? La risposta è sì, ma serve una rivoluzione culturale in tempi brevi. Consentire alle società di crescere è un obbligo, non un optional. Rendere i costi delle utenze più bassi è il primo passo per avvicinarsi alle società, visto che i presidenti cominciano a chiedere aiuto. L'ultimo in ordine di tempo è Riccetti del Cenisia, che in maniera lapidaria sintetizza i problemi del nostro calcio: «La Regione ha diminuito i fondi da stanziare allo sport e le utenze, almeno per il Cenisia, rappresentano la parte più consistente delle spese messe a bilancio. Si fa in fretta a capire che, di questo passo, i dilettanti rischiano di scomparire». Concetto ribadito anche dal presidente del Borgaro Perona: «Sicuramente la realtà di Borgaro è una piccola isola felice, perché con il Comune abbiamo un'intesa ad ampio respiro. Ma meglio non confondere le cose: le spese sono troppo alte anche per noi». Chi se la sente di dargli torto? 

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