Il caos Novese non ha solamente avuto ripercussioni nel girone B di Eccellenza, che adesso si ritrova ad avere una squadra in meno e un turno di riposo in più per tutti. Ma ha anche beffato una società di Promozione: il Lucento. Sì, perchè i rossoblù, che prima della composizione dei campionati erano al quarto posto nella graduatoria dei ripescaggi per l'Eccellenza, sono stati beffati proprio dalla presenza fantasma del club biancoazzurro, che ha preso tempo fino all'ultimo. Fino al momento in cui ha presentato regolarmente la domanda di iscrizione al massimo campionato regionale, fra lo stupore di chi non ci sperava più e la paura di chi immaginava un torneo completamente falsato da una squadra che di fatto non è mai esistita. Da questo punto di vista, la presa di posizione di Paolo Pesce, uomo di riferimento del Lucento, è meno netta rispetto all'estate (il 31 luglio la società di corso Lombardia, attraverso il proprio sito, ha riservato un attacco frontale dedicato alla federazione, alla Novese e all'Acqui con un lungo pezzo dal titolo “Come al solito, ma siamo abituati), ma rimane comunque molto pungente: «Il problema vero di questa vicenda non riguarda la mancata presenza del Lucento in Eccellenza, ma la credibilità di un campionato rovinato. E non stiamo parlando di una Seconda Categoria, ma di un'Eccellenza, il fiore all'occhiello del calcio regionale. Tutti sapevano, ma nessuno ha mai fatto nulla per monitorare le situazioni che riguardavano Acqui e soprattutto Novese e io mi chiedo se entrambe le società, prima di presentare la domanda di iscrizione al campionato, siano state in grado di saldare le pendenze arretrate con la federazione come chiesto dal presidente Bacchetta a più riprese. Purtroppo in questa storia non ha perso solo il Lucento, ma tutto il movimento piemontese e questo aspetto fa indubbiamente male».
Federazione impotente
Ad onore del vero il presidente regionale Bacchetta, due settimane fa sul numero dello scorso 11 settembre di Tutto Calcio Piemonte, non si era tirato indietro, chiarendo la questione in maniera limpida: «Se si citano i casi Acqui e Novese, val la pena ricordare come siano società che hanno pagato in maniera precisa, anche prima di altre realtà. Il campo è poi un'altra cosa, ma formalmente per ora sono inattaccabili. Da appassionato di calcio spiace vedere queste situazioni, di più non possiamo dire o fare». Dunque la federazione si è ritrovata con le mani legate e, ovviamente, impossibilitata a fare il processo alle intenzioni future della Novese. Per il Lucento la vicenda si è ovviamente trasformata in un'inevitabile e sfortunata beffa, ma il Comitato regionale non ha potuto far altro che garantire l'iscrizione alla società biancoceleste. Una realtà che, in poche settimane, si è trasformata in cenere.