Dilettanti - Cuccarese-Vanchiglia è amore eterno

«Smetto di allenare, e comincio l'avventura da direttore dove sono partito, vent'anni fa. Il titolo regionale con i granata è stata la mia vittoria più bella»

Salvatore Cuccarese ha deciso di smettere con la panchina. Dalla prossima stagione guarderà le partite solo più da fuori, in veste di direttore sportivo. Una decisione sicuramente sofferta, addolcita dal fatto di essere nella sua casa calcistica, il Vanchiglia, dove lo intercettiamo per ripercorrere con lui i suoi vent'anni da allenatore. Anche la domenica di Pasqua, soprattutto la domenica di Pasqua, Cuccarese è in via Ragazzoni a guardare calcio, a respirare calcio. Perchè questo gioco e i colori granata sono tutto per lui.

Tra passato e presente
«Ho iniziato al Vanchiglia e qui chiudo. Non dimentico certo le esperienze di Settimo e Lucento, che mi hanno arricchito dal punto di vista professionale: ho vinto tanto anche un titolo regionale con le violette, è stata una parentesi importante della mia carriera di allenatore; anche con i rossoblu ho vissuto un bel periodo. Ma il Vanchiglia è il Vanchiglia, ringrazio tutti quelli che mi hanno permesso di allenare. Ho iniziato con il presidente Roberto Gaddi e finisco con Eduardo De Gregorio, le due persone che stimo di più nel mondo del calcio. Il titolo regionale con i granata infatti è quello che mi rimarrà sempre più caro, nella società in cui sono nato come allenatore, praticamente a casa mia. Anche le altre vittorie sono bellissime, ma quello vinto in casa è un'altra cosa».

Il nuovo ruolo e gli amici
«Stavo facendo già il direttore sportivo, non si può fare entrambe, rischi di non fare bene nè l'uno nè l'altro, lasciamo spazio ai giovani. Ho scelto così dopo l'esperienza di quest'anno: mi è piaciuto anche questo ruolo e dopo vent'anni ci sta anche lasciare. Mi sono preso le mie soddisfazioni: due titoli regionali, più una semifinale persa con il Settimo contro i '92 di Manzo ai supplementari, quei giovanissimi fascia b che la stagione successiva sono diventati campioni d'Italia. Poi le fasi finali con il Vanchiglia '97. Ho vinto una decina di campionati, 3 super oscar, e altrettanti grande slam. Ho iniziato nella scuola calcio Vanchiglia, poi settore  giovanile. Non ho mai cercato di fare le prime squadre. Solo un po' con Michele Delvecchio a Settimo, lui è stata una persona di riferimento importante per me. Matteo Dalla Riva è stato un altro maestro, attualmente Massimo Gardano e Vincenzo Manzo sono le due persone più importanti per me adesso nel mondo del calcio: bravi, competenti e con una disponibilità nei miei confronti infinita. Poi sono ottimi allenatori, ma l'amicizia è più importante; di amici ne ho tanti, mi dispiace non vederli spesso, mi verrà un po' il magone: Pierro, Ligato, Mercuri, Ricardo, Iovino. Sarò stato anche antipatico a qualcuno, ma ho tante persone amiche che mi faranno rimpiangere un po' di non essere più in panchina».

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