TORINO - Il timbro di Fabio Capello è un marchio di garanzia. Aleksandr Golovin se lo guadagnò a 19 anni compiuti da una settimana, il 7 giugno 2015, quando l’allora ct russo lo fece esordire in Nazionale. Il primo exploit di un’ascesa che ha portato il centrocampista a brillare così tanto, con la maglia del Cska Mosca, da attirare le attenzioni della Juventus e non solo. Attenzioni concrete, quelle bianconere. Il ventiduenne talento russo non è in questo momento la priorità di Giuseppe Marotta e Fabio Paratici, impegnati su altri fronti dei quali parliamo a parte, dal terzino all’attacco, senza dimenticare l’elaborazione dei piani d’assalto a Paul Pogba o Sergej Milinkovic Savic. Però a portare Golovin in bianconero ci proveranno.
Dalla Spanga: Barcellona su Pjanic
PERICOLO MONDIALE Due i rischi per la riuscita dell’operazione. Il primo è che Golovin non lo ha notato soltanto la Juventus: il talento russo piace al Monaco ed è seguito pure da Chelsea e Manchester United, anche se le due big inglesi per il momento si sono mantenute nelle retrovie. Il secondo rischio è il Mondiale, che il Cska Mosca invece attende sperando che grandi presatazioni con la maglia della Russia facciano lievitare la quotazione del suo gioiello, attualmente una ventina di milioni (e per questo non lo cederà prima, salvo proposte irrinunciabili). Della Russia di Stanislav Cherchesov, Golovin è ormai un punto fermo, impiegato da trequartista, da centrocampista centrale, ma soprattutto da mezzala nel 3-5- 2. Un ruolo che interpreta con spiccata propensione alla costruzione e discreto senso dell’inserimento (5 gol in 27 partite di campionato e 2 in 5 gare di Europa League con il Cska).