Torino, Ferrante: «Immobile è il tuo...sanagol»

L'ex granata: «Conosce già il Toro e può risolvere il vero problema: buttarla dentro»
Torino, Ferrante: «Immobile è il tuo...sanagol»© LaPresse

TORINO - Marco Ferrante, inizia il girone di ritorno per il Torino e la squadra granata offre subito una novità clamorosa: Ciro Immobile. Quanto e come potrà cambiare l’attacco con il ritorno del bomber?

«Indipendentemente dal caso specifico, e Immobile è un passionale e un sanguigno per cui sono sicuro che farà bene, in generale io sono sempre un po’ contrario ai cavalli di ritorno, a volte cambiano le motivazioni che incidono molto per il rendimento. Lui nel 2013/14 fece benissimo con la maglia del Toro e il mio augurio è ovviamente che si ripeta. A suon di gol portò tutti dalla sua parte cancellando il passato da giovane nella Juventus, grazie anche al supporto di un grande Cerci. Ciro è ancora molto giovane per cui non è un ritorno da fine carriera, posso immaginare la voglia che avrà di riprendere il discorso interrotto. E’ stato un innesto azzeccato perché quando fai acquisti a gennaio hai bisogno di gente che sappia inserirsi subito e al meglio. Ciro conosce l’ambiente e il gioco di Ventura e questo potrà tradursi in un grande vantaggio per tutti. Grazie alla sua prima esperienza avrà un compito facilitato».

Non è stato convocato Maxi Lopez per scelta tecnica, visto che deve ancora trovare la forma migliore. Quale dovrebbe essere il partner ideale di Ciro tra gli attaccanti a disposizione di Ventura?

«Bisogna capire qual è la situazione Quagliarella. Non mi stupirei se alla fine dal primo minuto dovesse giocare Belotti con Immobile, mentre Martinez mi sembra più un giocatore utile a fine partita. Davanti al portiere ha sbagliato anche se sotto il profilo del rendimento non gli si può dire nulla».

Il Toro era partito benissimo, riuscendo ad allungare addirittura sulla Juventus che ha vissuto un avvio ad handicap. Come si spiega questa frenata di risultati e crisi di gioco?

«Ventura non è un allenatore sorpassato, ci mancherebbe, insegna calcio. Ma oggi tutti hanno capito come gioca il Toro: una squadra che ti aspetta e poi cerca con la velocità degli attaccanti di sorprendere la difesa avversaria con le ripartenze. Ora con Immobile potrebbe restare lo stesso canovaccio ma interpretato con una qualità differente».

Quanto potrà incidere la voglia di Immobile di riconquistare la maglia della Nazionale?

«Nel Toro avrà più chance che al Siviglia dove era un po’ penalizzato dal tipo di gioco dell’allenatore. In granata, giocando con continuità, se dovesse riuscire a fare ciò che sa fare sono sicuro che non sarà un problema la convocazione agli Europei».

Il mercato di gennaio offre ancora due settimane. Cosa e chi serve al Torino dopo l’acquisto di Immobile?

«Io dico che per aumentare la qualità del gioco si debba soprattutto intervenire in mezzo al campo. Serve il classico regista metodista davanti alla difesa che possa dettare i tempi delle giocate come meglio crede grazie a una tecnica superiore alla media. Parlo per eccesso e dico un giocatore alla Pirlo: in grado di dare il giusto equilibrio ma allo stesso tempo le palle giuste agli attaccanti. In mezzo al campo c’è tanta quantità, molta gente che è brava come incontrista ma in fase propositiva non è il top».

Il mercato in fase di uscita è legato alla figura di Maksimovic. Alla fine resterà, oppure andrà al Napoli?

«Leggo e sento tante voci contrastanti. Secondo me credo che alla fine si possa chiudere l’operazione con soldi più i due giocatori di Sarri che servono al Torino: ovvero Valdifiori per la regia ed El Kaddouri. Sarebbero due innesti importanti e funzionali per colmare le lacune attuali del Toro».

Il girone di ritorno per la squadra di Ventura inizia in discesa con la partita casalinga contro il Frosinone. Sarà uno fisso?

«Mi aspetto assolutamente una vittoria. Anzi, se lo aspetta l’Italia intera, con tutto il rispetto per il Frosinone i valori in campo sono ovviamente diversi. E poi penso anche all’entusiasmo che ci sarà sugli spalti per il ritorno di Immobile. Stellone è un bravo tecnico che allena una squadra abituata a differenza del Toro a giocare con il coltello tra i denti. Servirà come al solito pazienza e sarebbe un errore partire subito all’attacco in maniera scriteriata».

Dove può arrivare questo Torino a fine campionato?

«Pensare all’Europa League, tenendo conto del fatto di come stanno viaggiando Sassuolo ed Empoli, è quasi proibitivo. Ma nel calcio non si sa mai e se il Toro dovesse inanellare una serie di vittorie incasserebbe punti e fiducia. Ora non deve pensare alla classifica ma concentrarsi solo sulla partita che deve affrontare».

Il Torino gioca solo con un modulo, il 3-5-2. Non sarebbe un valore aggiunto poter cambiare?

«Questo dipende dalla lettura della partita che vuol fare il tecnico. Per cambiare e sperimentare certi moduli hai bisogno degli uomini giusti. Se dovesse arrivare uno come El Kaddouri ecco che allora il Toro potrebbe davvero variare tanto. Ora credo che si debba inseguire la tranquillità».

Che impressione ha ricavato da Belotti?

«E’ un attaccante di prospettiva che ha fatto la differenza a Palermo giocando da cane sciolto. Il problema è che in questa stagione è mancato il finalizzatore, quello che la butta dentro. Con Immobile il problema del finalizzatore si potrà risolvere, Io lo vedo come un... sanagol!».

L’ultima domanda è per il numero uno del Toro: Padelli. Cosa pensa di lui?

«Che negli ultimi gol presi è stato molto sfortunato perché la gente ricorda che la palla gli è passata sotto le gambe e non che gli hanno tirato da tre o quattro metri. Forse lui più di tutti avrebbe bisogno di sentire la fiducia della gente. Se no è come il figlio che si sente sempre rimproverare dal genitore e alla fine sbaglia ancora di più perché non è sereno e finisce sotto pressione. E questo, ovviamente, non è giusto. Credo che il portiere del Torino meriti un altro trattamento e un’altra considerazione».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...