Calciomercato Milan, Honda alza il coperchio del pentolone

Il suo sfogo certifica il malessere tra Mihajlovic e una parte del gruppo

MILANO - La ribellione di Keisuke Honda testimonia un malessere che sta contagiando una parte numericamente importante dello spogliatoio Milan. Quando alla guida di una squadra c’è un “sergente di ferro” (come, al Milan, succede con Sinisa Mihajlovic) è facile che emergano queste situazioni. Perché le mediazioni, i tentennamenti e quei piccoli escamotage che a volte riescono a mantenere sottotraccia le divergenze di pensiero, in questi casi non trovano spazio. La personalità, forte, del tecnico, finisce necessariamente per scontrarsi con chi, a sua volta, è giocatore di personalità. Non è un caso che tutte le situazioni “scottanti” riguardino giocatori di spessore. Queli che, in gergo, vengono definiti i senatori di una squadra.

IL DILEMMA - Per quanto riguarda specificatamente Honda, la dichiarazione che abbiamo riportato qui a fianco sicuramente non è stata casuale. Perché c’era già stata un po’ di tensione nelle scorse settimane: in quella circostanza, però, Honda era stato più vittima che protagonista. Nel senso che Mihajlovic lo aveva tirato in ballo con una frase piuttosto dura («Nessuno è obbligato a stare al Milan, Honda poi ha avuto occasioni per giocare. Il calcio è così e vale per tutti: nessuno è indispensabile visto che non abbiamo né Messi né Maradona. Tutti devono sentirsi coinvolti e allenarsi duramente per avere un’occasione. Se giocano meno non devono prendersela con me ma con loro stessi»), ennesima puntata di una serie di polemiche iniziata dallo stesso Honda. Dopo la pensate sconfitta contro il Napoli, il giapponese aveva infatti denunciato i limiti del Milan: «Se non si spende, non si torna al vertice». Uscita un po’ fuori tempo massimo, visto che proprio nell’ultimo mercato il Milan era tornato prepotentemente ad investire. Ma dietro la querelle Honda, si cela anche una situazione più complicata: nel senso che il Milan non avrebbe alcun problema, da un punto di vista squisitamente tattico, a cederlo a gennaio. Ma è da un punto di vista economico che la questione si complica: perché se è vero che, essendo arrivato a parametro zero, la sua cessione a titolo oneroso comporterebbe un’interessante plusvalenza, dall’altro c’è però il fatto che Honda, nei confronti del mercato asiatico degli sponsor, è una carta importante, anzi fondamentale. E una sua dipartita potrebbe portare come conseguenza una diminuzione degli introiti pubblicitari. Senza dimenticare che la maglia di Honda resta la più venduta, a livello mondiale, del Milan attuale.

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