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TORINO- «Chi, il padrone dello spogliatoio?». Se Messi si è espresso in questa maniera nei confronti di Luis Enrique, cosa che in Spagna stanno dando per certa, è chiaro che qualcosa inizia a scricchiolare nello spogliatoio del club blaugrana. Tra il fuoriclasse argentino e il tecnico asturiano ormai si parla apertamente di rapporto incrinato, con la situazione interna alla squadra che diventa sempre più esplosiva per via di queste frizioni, dovute all'eccessivo autoritarismo dell'Hombre Vertical che il numero 10 mal digerisce. Storie già viste a Roma, dove il pugno duro nei confronti di Totti (al quale agli inizi della sua avventura arrivò a preferire Okaka, scatenando la contestazione di tutta la tifoseria) costò il posto all'ex allenatore del Barcellona B. Ora la stessa storia, o almeno gli stessi sintomi, stanno iniziando ad affiorare di nuovo: Messi in panchina a San Sebastian contro la Real Sociedad (insieme a Neymar, Piqué, Rakitic, Ter Stegen e altri pezzi da novanta) con annessa sconfitta e polemiche in una giornata decisiva dopo il ko del Real, il malumore di Luis Enrique per il mal di pancia lamentato dall'attaccante oggi per non allenarsi, dissapori vari in allenamento e in partitella rivelati nelle scorse settimane. Insomma, una vera e propria faida interna che, insieme al mercato bloccato fino al 2016 e ai casi Dani Alves e Montoya potrebbe far deflagrare la crisi all'interno del Barcellona, con Messi che viene dato anche per possibile partente se in panchina si dovesse continuare a dare fiducia all'attuale guida. All'orizzonte al momento solo un ritorno in grande stile di Laporta alla guida del club potrebbe ridare serenità a un ambiente che sembra sempre più avvelenato.
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