ROMA - L’appuntamento è fissato per venerdì, a Zurigo dove la Fifa eleggerà il nuovo presidente. Il favorito è Sepp Blatter, 79, anni, svizzero. Ricopre l’incarico dal ’98, ma nella federcalcio mondiale è entrato nel ’77 e, sino all’81, ne è stato il direttore tecnico, prima di diventarne il segretario generale. E’ stato rieletto per la quarta volta il 1° giugno 2011. Diego Armando Maradona ha scritto sul quotidiano britannico Daily Telegraph: “Abbiamo un dittatore a vita alla guida della Fifa, che ha trasformato in un parco giochi. Sotto Sepp Blatter, la Fifa è diventata un disonore e fonte di doloroso imbarazzo per quanti hanno a cuore il calcio. Questo uomo è di ghiaccio e, se il suo è il volto del calcio internazionale, siamo messi molto male”. Dopo il ritiro dalla corsa presidenziale del portoghese Luis Figo e del presidente della federazione olandese, Michael Van Praag, l’unico rivale di Blatter è rimasto il principe Alì Bin Al-Hussein di Giordania, 39 anni, terzogenito di Re Hussein di Giordania, dal 6 gennaio 2011 vicepresidente della Fifa per l’Asia. Michel Platini, rieletto presidente dell’Uefa in un’intervista rilasciata al quotidiano francese L’Equipe ha dichiarato: “Se la Fifa sarà ancora guidata da Blatter, la federcalcio mondiale continuerà a a calare di credibilità. Blatter si aggrappa al potere a tutti i costi e rappresenta la paura del futuro, non ha grandi progetti per il suo quinto mandato quadriennale e non è credibile quando fa appello a una missione da completare”. Non bastano le 599 mila voci che trovate, cliccandone il nome su Google, per elencare tutte le prodezze dell’ex colonnello elvetico: gli scandali e le denunce internazionali dei criteri di assegnazione dei mondiali (per esempio Qatar 2022, dove si dovrà giocare in dicembre perché d’estate è impossibile, sconvolgendo tutti i calendari del pianeta; per non dire delle infami condizioni di lavoro nei cantieri degli stadi, denunciate dalle organizzazioni internazionali); l’ostinata, retriva resistenza retriva alla tecnologia e alla moviola; la trasformazione del calcio mondiale in una slot machine, basata su una visione mercantilistica e affaristica; le ributtanti sortite sugli Indignados brasiliani e le loro proteste di piazza al tempo del mondiale 2014. Potremmo andare avanti per ore, senza dimenticare che nel 2006, Blatter a Berlino non premiò gli azzurri campioni del mondo, salvo strisciare due anni dopo davanti a loro in un albergo romano, dicendo che era stato tutto un equivoco. Con tutto il rispetto per la persona, poiché non si tratta di una questione anagrafica, ma di progetti, di cose da fare e non fatte, rottamare Blatter accompagnandolo serenamente alla porta, significherebbe liberare il calcio mondiale dalla dittatura di cui parla Maradona. Per questo, siamo curiosi disapereere per chi voterà la Federazione Italia Giuoco Calcio presieduta dal mitologico Carlo Tavecchio. Se voterà per Blatter ci sarà una ragione in più per rottamare anche Tavecchio.
Xavier Jacobelli