NEW YORK - La Central Division ospita i campioni NBA in carica, i Cleveland Cavs, ma almeno altre tre squadre sanno di poter puntare alla post-season. LeBron James ritrova Dwyane Wade anche se nelle vesti di avversario in una sfida a distanza tra due filosofie differenti: Cleveland mantiene lo stesso quintetto base, Chicago lo cambia per tre quinti. Da seguire anche Detroit e soprattutto Indiana, pronte per la conferma dopo aver agganciato i playoff in extremis.
CLEVELAND - La conferma di JR Smith è stata più sofferta del previsto, ma alla fine LeBron è stato accontentato con l'estensione dell'amico. E così i Cavs ripartono dallo stesso quintetto base capace di vincere l'anello rovesciando le Finali contro Golden State, con il match-winner Kyrie Irving, Smith, James, Kevin Love e Tristan Thompson. Tyronn Lue ha trovato chimica e automatismi difensivi per i primi cinque ma cerca soluzioni per la panchina, piuttosto corta anche per ragioni di monte salari. In regia c'è soltanto Toney Douglas (arriverà Mario Chalmers?) e il cambio del centro è Chris Andersen, mentre Iman Shumpert può uscire. Accanto alla novità Jordan McRae, esterno di talento protagonista in preseason e prima ancora dominatore in Summer League, sono tanti i veterani presenti, come Channing Frye, James Jones, Mike Dunleavy e Richard Jefferson. Passerà dalla seconda unità, accorciata dagli addii di Dellavedova e Mozgov, una fetta di possibilità del bis.
INDIANA - Nate McMillan, chiamato a sorpresa a sostituire Frank Vogel, deve gestire il traffico nel reparto esterni, dove accanto all'intoccabile Paul George sono pronti a fornire qualità e punti Monta Ellis, CJ Miles, Rodney Stuckey e il nuovo acquisto Jeff Teague. Con questo perimetro, i Pacers possono puntare ad un ruolo di primo piano nella Eastern Conference anche perché il campione olimpico George è già tornato nella Top Ten della classifica marcatori (23.1 punti l'anno scorso). Oltre a Teague, gli altri grandi innesti sono sotto canestro, con Al Jefferson e Thaddeus Young ad affiancare il promettente Myles Turner. La qualità non manca ai Pacers, che possono puntare alla semifinale di conference.
DETROIT - Stan Van Gundy costruisce le proprie speranze attorno all'asse play-pivot formato da Reggie Jackson e Andre Drummond, anche se Jackson - nato in Italia dove il padre militare era di stanza - parte dai box per infortunio. Drummond resta uno dei peggiori tiratori di liberi (35% l'anno scorso), ma porta tutto il resto, a cominciare dai rimbalzi (quasi 15 di media l'anno scorso, primo assoluto NBA). Il mercato svolto può permettere ai Pistons di allungare le rotazioni delle guardie (con Ish Smith) e dei lunghi (con il 2.22 serbo Boban Marjanovic). Per il salto di qualità definitivo, Detroit attende da Kentavious Caldwell-Pope una conferma ai livelli di gioco della serie contro Cleveland, quando ha superato i 15 punti di media con il 44% da tre. Un auspicio per i Pistons, che lo scorso anno furono quartultimi ad Est per percentuale da tre.
CHICAGO - Chiuso il capitolo legato ad un idolo di casa (Derrick Rose) se ne apre uno nuovo con un altro nativo di Chicago (Dwyane Wade). Un ciclo che i Bulls vogliono aprire con l'immediato ritorno nei playoff, mancati per un soffio un anno fa, quando non bastò un record positivo (42-40). Chicago non è più la squadra con uno dei migliori pacchetti lunghi della Lega, ma ha un trio di esterni che - pur con un'intesa complicata da trovare - in tanti le invidiano, con Rajon Rondo, Wade e Jimmy Butler, a cui si aggiunge un sesto uomo come la recente addizione Michael Carter-Williams. Nella front-line, Fred Hoiberg cerca l'alchimia giusta, tra chi fa canestro da fuori - Nikola Mirotic e Doug McDermott - e chi è prezioso con il lavoro sporco, come Robin Lopez e Taj Gibson.
MILWAUKEE - L'infortunio che fermerà per tutta la stagione il miglior realizzatore, Khris Middleton, è un'autentica falsa partenza per la squadra di Jason Kidd. E dopo la cessione di Carter-Williams a Chicago, in cambio di Tony Snell, è ancora più chiaro che il pallone andrà nelle mani di Giannis Antetokounmpo, fresco di rinnovo da 100 milioni di dollari in quattro anni. Ad affiancare il greco ci sarà Matthew Dellavedova, reduce dal titolo vinto a Cleveland. Le altre armi, potenzialmente, saranno in ala con Jabari Parker e vicino a canestro con il discusso Greg Monroe. La buona notizia per i Bucks è legata alla carta d'identità, se è vero che Antetokounmpo, John Henson, Middleton, Monroe e Parker hanno tutti 26 o meno anni, e alla lista va aggiunto il il 2.16 sudanese-australiano - ma che si muove come una guardia - Thon Maker. Per questo, anche se i playoff dovessero sfuggire quest'anno, il nucleo di Kidd avrà ulteriori occasioni.