LONDRA - Uno scontro generazionale dai numeri stellari, nel tempio per eccellenza del calcio mondiale. Domani sera a Wembley, davanti a 90mila spettatori, l'idolo di casa Anthony Joshua sfida l'ex campione del mondo Wladimir Klitschko per la riunificazione delle cinture dei pesi massimi. Il futuro della boxe mondiale contro un passato che non vuole tramontare.
FAVORITO - Per i bookmaker il favorito è l'idolo di casa, il nuovo volto della boxe, Joshua. Nato 27 anni fa a Watford, pochi km di distanza da Londra. Origini nigeriane, qualche problema con la giustizia da ragazzo, una carriera fulminea tra i professionisti (18 vittorie, tutte prime del limite). In cinque anni è stato catapultato dalla finale olimpica (vinta non senza polemiche) contro Roberto Cammarelle a combattere per una borsa che sabato sera supererà i 15 milioni di euro. "Non ho dubbi, vincerò io - le parole del pugile britannico -. Non mi sono mai allenato così bene come in queste ultime 13 settimane. È stato un piacere ma anche un enorme sacrificio. Sono pronto e non sento la pressione. So di avere fatto tutto il possibile per vincere, è solo un altro passo verso la gloria". Che coinciderebbe con il lieto fine di una parabola esemplare di riscatto sociale, il ragazzo-padre che ancora vive con la madre nello stesso appartamento da 10 anni. Quando ancora era un simil teppista, arrestato per comportamenti anti-sociali.
KLITSCHKO - Sulla sua strada Klitschko, alla ricerca di una nuova giovinezza, e del riscatto dopo la sconfitta di due anni fa contro Tyson Fury. Una delusione che pareva il preludio all'inevitabile pensione per l'ucraino dopo 64 vittorie in 68 incontri. "Combattere in Inghilterra è speciale perché la boxe è nata qui, siamo nella Mecca del pugilato. Sfavorito? Non mi interessa, dentro di me mi sento giovane e pieno di forze". Da brividi la cornice dell'incontro. inizialmente previsto lo scorso novembre alla Manchester Arena. Registrato l'enorme interesse, gli organizzatori (Matchroom) hanno deciso il trasloco nello stadio della nazionale inglese per incrementare il giro di affari, salito a 60 milioni di euro. Non abbastanza per rientrare nella top ten della storia della boxe, ma da primato a queste latitudini. I biglietti sono andati letteralmente a ruba, e gli ultimissimi tagliandi ancora disponibili sono quelli a bordo ring dai prezzi stratosferici (90mila euro). E più di 1,5 milioni di telespettatori hanno già prenotato il loro posto sul divano davanti alle pay-tv. A conferma di un rinnovato interesse mediatico che il pugilato rischiava di smarrire.