TORINO - No, tu no. Non puoi. Non è ammissibile. L'esordio degli uomini nel nuoto sincronizzato è un altro muro che viene giù, alla faccia di chi vorrebbe lo sport cristallizzato in discipline sempre uguali. Stavolta sono i maschi a prendersi uno spazio sinora rigorosamente femminile, mentre in passato sono sempre state le donne a dover lottare per conquistare ambiti a loro preclusi.
LA CONQUISTA - Il diritto a gareggiare bisogna conquistarselo, a volte anche con azioni clamorose: sono entrate nell'iconografia dello sport le immagini di Kathrine Switzer, la prima partecipante alla Boston Marathon. Per presentarsi al via della maratona più antica del mondo la Switzer dovette usare un escamotage, scrivendo solo l'iniziale del nome nel modulo d'iscrizione. E quando gli organizzatori la scoprirono, già in piena corsa, cercarono di cacciarla con la forza. Tutto ciò accadeva negli Stati Uniti, nel 1967. E questo è solo un esempio. L'elenco potrebbe continuare, passando ad esempio al mondo dei motori, dove Susie Wolff rappresenta ancora un'eccezione nella Formula 1.
GIOIA AZZURRA - Nel caso del nuoto sincronizzato la novità è tanto più bella perché vede uomini e donne gareggiare insieme, da coppia. E in questa innovazione, con il bronzo di Giorgio Minisini e Manila Flamini, l'Italia è stata da subito protagonista.