Doping, Malagò: «Nell'atletica nessuno ha barato»

Il numero 1 del Coni: «Un fatto di procedure, attuale Federazione è vittima»
Doping, Malagò: «Nell'atletica nessuno ha barato»© ANSA

ROMA - «Sulla base degli incartamenti arrivati a pioggia e a singhiozzo dalla Procura di Bolzano dopo le vicende che riguardavano il caso Schwazer, la Procura nazionale antidoping ha disposto questi deferimenti solo e semplicemente in quegli anni, tra il 2009 e il 2012, malgrado nessuno avesse segnalato questo comportamento anomalo, nessuno avesse effettuato un warning, un'ammonizione, un cartellino giallo, e quindi ha dovuto necessariamente predisporre un atto dovuto nei confronti di 26 atleti su un blocco di 65». Lo ha detto stamani il presidente del Coni Giovanni Malagò a Rtl 102.5 durante "Non stop news". «Questi ragazzi non sono persone che hanno barato - ha aggiunto Malagò - È semplicemente un fatto di procedure di comunicazione della loro presenza con dei sistemi che allora non erano quelli attuali, come le app attraverso le quali vengono trasmesse le posizioni: all'epoca bisognava mandare dei fax che poi venivano inviati dalla Federazione alla Procura; insomma, era un sistema molto poco efficiente. Moltissimi atleti che hanno avuto questo tipo di problemi, sulla base di testimonianze, documentazioni e verbali, sono riusciti a dimostrare le falle del sistema: ci sono ampi elementi di giustificazione». L'azione della Procura, ha proseguito Malagò, «è un segnale di grandissima serietà e trasparenza, perché dimostra di essere totalmente indipendente. L'attuale Federatletica non solo è estranea ma, per certi versi, è vittima. E il Coni, con tutto il rispetto, esce come un gigante».

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