Holly e Benji, i primi trent'anni di due campioni

Il cartone che ha appassionato generazioni di calciofili arriva in Italia nel luglio 1986

TORINO - Sono già passati trent’anni, ma è come se fosse ieri. Nel luglio 1986 irrompeva nelle nostre televisioni un nuovo cartone animato. Ne guardavamo tanti, da ragazzini, passavamo interi pomeriggi immersi nell’azione dei supereroi o nelle favole delle principesse. E poi facciamo la conoscenza di Oliver Hutton, detto Holly, un piccolo prodigio del calcio, con il sogno di vincere i Mondiali. Da lì in poi è un colpo di fulmine, un amore che dura tuttora e che non accenna minimamente a spegnersi.

IL SUCCESSO - Da buoni italiani, siamo cresciuti sin dalla tenera età con la passione per lo sport, e nello specifico per il calcio, il nostro gioco, più di altri. A noi appassionati probabilmente non bastava solo seguire le partite, amare i nostri beniamini, fare il tifo per la nostra squadra. Volevamo anche adorare il calcio sotto forma di fantasia: il binomio tra pallone e cartone animato, per un ragazzino, era quindi la soluzione definitiva. Holly e Benji è stato tutto questo. È stata la trasposizione animata del sogno che chiunque di noi ha fatto almeno una volta nella vita, quando da bambini scendevamo per strada a sfidare gli amici in partite interminabili: diventare un calciatore professionista, guidare una squadra, trascinare i propri compagni alla conquista di un grande torneo. Diventare il più forte di tutti.

LA STORIA - L’epopea di Oliver Hutton e di Benjamin Price – in fase di doppiaggio tutti i nomi giapponesi vennero anglicizzati per essere più vicini al pubblico italiano – inizia da rivali, nella sfida tra la Newppi di Holly e la Saint Francis di Benji. I due però stringeranno amicizia ed entreranno nella formazione creata da tutti i migliori giocatori della scuole della città, la New Team. Insieme affronteranno campionati regionali e nazionali sia a livello di scuole elementari che superiori. Faremo la conoscenza di tanti altri campioni della New Team, come l’attaccante Tom Becker e il simpatico Bruce Harper, ma anche di campioni fragili come Julian Ross, acrobatici come i gemelli Derrick o ambiziosi e implacabili come Mark Lenders. Tutti faranno poi parte della nazionale del Giappone Under 16 che trionferà nel Mondiale di categoria disputato a Parigi, dopo aver sconfitto formazioni ben più blasonate come Italia, Argentina, Francia e la Germania nella finalissima.

CURIOSITA' - Tanti gli aneddoti curiosi della serie che qualcuno magari non ha mai approfondito. Ad esempio, Holly & Benji è un’opera più che mai figlia del suo tempo. Creata all’inizio degli anni ’80, i suoi personaggi sono chiaramente ispirati ai più forti calciatori reali di quell’epoca, ma anche del decennio precedente: Holly e l’argentino Ramirez a Maradona, Julian Ross a Cruijff (il numero di maglia non a caso è lo stesso, il 14), il campione tedesco Schneider a Rummenigge. Così come in pochi ricordano le squadre europee o sudamericane dove molti dei protagonisti vanno a giocare dopo l’esperienza in terra nipponica: Holly va prima al San Paolo, poi al Barcellona, Benji diventa portiere dell’Amburgo, mentre Mark Lenders approda in Italia, prima alla Juventus e in seguito ceduto in prestito alla Reggiana per “farsi le ossa”. Trent’anni dopo, siamo ancora qui a celebrare questi grandi campioni, proprio come delle leggende intramontabili.

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