TORINO - Amo questo giornale con tutto il mio cuore, ma oggi sono costretto a silenziare ciò che avrei voluto dire al mio ritorno in quella che considero una casa piena di affetti. Lo faccio per il rispetto che si deve all’immane tragedia francese e che ovviamente lascia tutti voi attoniti e tutti noi un po’ più piccoli. Uno stadio simbolo dello sport e prossima sede degli europei di calcio devastato da esplosioni e morti. Avrei voluto raccontarvi il giornale che abbiamo in mente: semplice, ma a suo modo rivoluzionario. Completamente diverso dai codici di lettura attuali. Un giornale sincero, vero, forte, autorevole e assolutamente originale dalla prima all’ultima pagina. Avremo modo di riparlarne per raccontarvi le numerose novità.
Mi preme salutare l’amico Vittorio Oreggia che ha diretto Tuttosport e che continuerà a lavorare al mio fianco nel nuovo ruolo di condirettore. Ci tengo a stringere in un forte abbraccio una redazione che ha saputo reagire dinanzi a innumerevoli difficoltà. Perché la colpa, se talvolta le cose non funzionano, non è di chi ci mette impegno e volontà ma di un mondo che cambia con una velocità impressionante innescando rincorse improvvise seguite da brusche frenate. Ma sappiamo che la soluzione c’è ed è lì, a portata di mano. Crediamo di poter proporre un giornale veramente diverso e innovativo che sappia davvero interessare un pubblico già inondato da notizie e informato su tutto. Come? Seguendo una vecchia, immutabile regola del giornalismo: sorprendendo. Su ogni argomento, ma in modo decisamente diverso. No, non sembri un paradosso: vogliamo aggiornarvi davvero con retroscena che non sapete, che non avete né visto, né letto. Con titoli che prendano posizione su tutto e che facciano riflettere e non siano specchio di una realtà ormai già metabolizzata.
Abbiamo la forza e la capacità di provarci e vi chiediamo la pazienza di seguirci nel nostro perenne sforzo di evitare le banalità. Tuttosport è ormai diventato una fortissima comunità multimediale che richiede contenuti diversificati su ogni mezzo, ma non è detto che le informazioni che rimbalzano dal web al giornale siano le stesse. Anzi. Arricchimenti, retroscena e approfondimenti come non li avete mai visti riguarderanno tutti gli argomenti che tratteremo con delle novità anche su temi magari non troppo considerati finora.
Seguiteci in questa nuova avventura cominciata in silenzio. In quel silenzio che lascia senza fiato guardando la foto del bimbo francese spaesato, che riportiamo in prima pagina. Stretto nella sua bandierina avrebbe voluto solo vedere lo spettacolo che ama: il calcio. Non c’è nulla di peggio della delusione negli occhi di un bambino. E’ chiaro che siamo di fronte a uno scontro di civiltà che ormai non risparmia più nulla. L’orrore è sotto lo sguardo di tutti. Ma da qualcosa si deve ripartire e lo sport è l’unico veicolo che unisce Paesi diversi, religioni diverse, generazioni diverse. Venerdì qualcuno ha spento la luce negli occhi di un bambino, simbolo di milioni d’altri, e purtroppo anche tante vite. Non possiamo arrenderci, perché significherebbe togliere i sogni ai nostri figli e a noi stessi. Contro chi ci ha dichiarato guerra non alzeremo muri né useremo il loro stesso odio per respingerli. Un pallone e due reti potranno aiutare a far comprendere quanto siano forti l’amore, la lealtà, il piacere di confrontarsi e quanto sia debole nascondersi dietro una violenza cieca per distruggere ciò che si ritiene diverso e lontano.