La Juventus Next Gen ha concluso la stagione regolare, ieri sera, raccogliendo il miglior risultato della sua ancor giovane storia, germogliata soltanto nell’estate del 2018. Di più. I bianconeri hanno centrato il settimo posto in classifica al termine di un’esaltante rimonta, dopo aver trascorso il Capodanno e l’Epifania nelle sabbie mobili della zona playout. Per giunta, alla prima partecipazione nel Girone B del campionato: gli addetti ai lavori lo ritengono più selettivo del Girone A per le tante piazze storiche che lo compongono, di certo per i bianconeri è risultato più faticoso a causa delle lunghe trasferte.
I Next Gen a disposizione di Allegri
La stagione, come di consueto in questi casi, non è girata per un singolo fattore. Il rientro alla base di Sekulov, a gennaio, dopo sei mesi avari di soddisfazioni in Serie B con la Cremonese, ha giocato per certo un ruolo importante. Così come l’interazione con la prima squadra: se Allegri già in autunno aveva definitivamente privato il collega Brambilla di elementi “fuori categoria” come Huijsen e Yildiz, nelle scorse settimane ha invece restituito una pedina eclettica come Nonge Boende in mezzo al campo. E anche l’ingaggio azzeccato di un fuori quota come Guerra, autore di 15 reti in campionato, ha contribuito al positivo esito della stagione. Ma la risalita della Next Gen negli ultimi mesi, in realtà, si spiega anche e soprattutto con la naturale crescita di un gruppo giovane e talentuoso, inevitabilmente maturato di partita in partita.