Allegri, mercato, rinnovi, sponsor: Juve, ora Giuntoli disegna il futuro

La cassaforte Champions e l'altro 'lavoretto' da quaranta milioni di euro, le competizioni in arrivo, la guida tecnica: in che direzione si muove l'uomo forte del club bianconero

TORINO - Il futuro di Massimiliano Allegri dipende, ovviamente, dalle decisioni della società. E anche se il ritmo delle indiscrezioni che danno Mister Max ormai fuori dai giochi per la prossima stagione è diventato così frenetico da sembrare un pezzo degli AC/DC, la dirigenza preferisce non cambiare rotta e prosegue con la linea low profile, profilo basso. Per cui il mantra «a fine stagione quando si potrà fare un bilancio degli obiettivi parleremo col tecnico per programmare il futuro» viene ripetuto senza sosta. Tra l’altro la velocità lumachesca con cui la squadra sta avvicinando la certezza della partecipazione alla Champions League, tredici punti nelle ultime tredici partite, non aiuta ad anticipare la scelta numero uno destinata a dare l’impronta del futuro non solo alla panchina. Dunque almeno sino a quando non saranno messi in cassaforte gli 80 milioni derivanti dalla prossima Champions, non aspettiamoci novità in merito sul fronte della comunicazione.

Juve, la Coppa Italia e i rinnovi

E non solo. Perché con la finalissima di Coppa Italia calendarizzata per il 15 maggio contro l’Atalanta, difficile che prima di quella data si potrà assistere a un cambio di rotta, per cui il velo sul volto del tecnico della prossima annata, seppur parecchio trasparente, resterà. Certo è che questo senso di incertezza che si è venuto inevitabilmente a creare intorno alla figura dell’allenatore 2024/25 non aiuta l’ambiente, parliamo soprattutto del gruppo squadra di per sé già provato dai monsoni della giustizia ordinaria e sportiva che nel campionato scorso hanno messo a dura prova i nervi dello spogliatoio. Tra l’altro i punti di domanda non riguardano solo Allegri e il suo probabile sostituto Thiago Motta, ma per esempio i bianconeri in scadenza a brevissimo termine, dunque giugno (come Rabiot e Rugani) o medio termine, 2025, (come i tre portieri, Chiesa, Kean, McKennie, De Sciglio, Iling, Danilo).

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Allegri, il contratto e Giuntoli

Chiaro che questa situazione di stallo non possono generare energie positive perché anche nel calcio le certezze sono la base per esprimere il meglio di se stessi. Dunque alla Juventus in questo momento, tra Allegri e il dt Giuntoli, si sta vivendo una di quelle situazioni di surplace di ciclismo che si vedono in pista nella specialità della velocità: quando i due corridori si studiano, stanno sui pedali con micro-movimenti e si fa scorrere il tempo in attesa di decidere quando far partire lo scatto. Che in realtà, nella fattispecie, spetterà al dirigente visto che Allegri ha un contratto valido anche per la prossima annata per cui la prima mossa non la farà mai. Va però detto che la scelta di non dare ancora la scossa, in un senso o nell’altro, non è fine a se stessa o figlia di ignavia.

Juve, scenario complesso: da Manna a Calvo

Lo scenario juventino è complesso assai, per cui la decisione di rimandare comunicazioni ed eventuali tagli deve tener conto di situazioni concatenate tra loro. Anche a livello dirigenziale non è tutto così scontato sul fronte conferme. Anzi. Di scontato c’è l’addio a Giovanni Manna, destinato al Napoli e di fatto ormai fuori dal progetto, di quasi scontato c’è la conclusione del rapporto con Federico Cherubini, in esaurimento a giugno. Intanto Francesco Calvo è più che mai impegnato nella ricerca del prossimo sponsor principale della maglia visto che Jeep comparirà ancora per cinque partite: le ultime 4 di campionato e la finalissima di Coppa Italia. Il suo è un “lavoretto” da circa 40 milioni di euro.

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TORINO - Il futuro di Massimiliano Allegri dipende, ovviamente, dalle decisioni della società. E anche se il ritmo delle indiscrezioni che danno Mister Max ormai fuori dai giochi per la prossima stagione è diventato così frenetico da sembrare un pezzo degli AC/DC, la dirigenza preferisce non cambiare rotta e prosegue con la linea low profile, profilo basso. Per cui il mantra «a fine stagione quando si potrà fare un bilancio degli obiettivi parleremo col tecnico per programmare il futuro» viene ripetuto senza sosta. Tra l’altro la velocità lumachesca con cui la squadra sta avvicinando la certezza della partecipazione alla Champions League, tredici punti nelle ultime tredici partite, non aiuta ad anticipare la scelta numero uno destinata a dare l’impronta del futuro non solo alla panchina. Dunque almeno sino a quando non saranno messi in cassaforte gli 80 milioni derivanti dalla prossima Champions, non aspettiamoci novità in merito sul fronte della comunicazione.

Juve, la Coppa Italia e i rinnovi

E non solo. Perché con la finalissima di Coppa Italia calendarizzata per il 15 maggio contro l’Atalanta, difficile che prima di quella data si potrà assistere a un cambio di rotta, per cui il velo sul volto del tecnico della prossima annata, seppur parecchio trasparente, resterà. Certo è che questo senso di incertezza che si è venuto inevitabilmente a creare intorno alla figura dell’allenatore 2024/25 non aiuta l’ambiente, parliamo soprattutto del gruppo squadra di per sé già provato dai monsoni della giustizia ordinaria e sportiva che nel campionato scorso hanno messo a dura prova i nervi dello spogliatoio. Tra l’altro i punti di domanda non riguardano solo Allegri e il suo probabile sostituto Thiago Motta, ma per esempio i bianconeri in scadenza a brevissimo termine, dunque giugno (come Rabiot e Rugani) o medio termine, 2025, (come i tre portieri, Chiesa, Kean, McKennie, De Sciglio, Iling, Danilo).

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