C'è una grande attesa, da parte dei tifosi bianconeri, di sapere o, quantomeno, immaginare il futuro sportivo prossimo della Juventus, con l’ovvio auspicio che presto abbia inizio un nuovo ciclo vincente. Premesso che una simile aspettativa non può che essere condivisa, credo però che, al netto della passione, sia opportuno ed anzi necessario operare una analisi profonda di tutti gli elementi utili al fine di consentire valutazioni il più possibile oggettive. La storia della Juventus ci insegna che, a lunghi periodi costellati da vittorie, sono seguiti non brevi altri periodi di vacche magre. A titolo esemplificativo, al decennio trapattoniano (6 scudetti e coppe varie) che ebbe termine con il titolo nazionale 1985/86, seguì una stasi di ben 9 anni senza scudetto, interrotta nel 1994/95 dal primo titolo di campione d’Italia dell’era Lippi.
Dall’ultimo scudetto “lippiano” del 2002/03 al primo vinto da Antonio Conte (2011/12) sono trascorsi altri 9 anni, pur intervallati dai 2 titoli “espropriati” a Capello. L’insegnamento che se ne trae, dunque, è che dopo cicli lunghissimi di vittorie la creazione di nuovi periodi vincenti necessita di un non breve lasso di tempo e di notevoli cambiamenti tecnici.