Materia strana il calcio, vero. Però, alla fine, a prescindere dalle mode e dai mood, comandano i risultati. Non solo perché più si vince, più si guadagna e quindi più a lungo si sta in piedi con i bilanci in equilibrio e non si va a catafascio. Ma perché vincere significa due cose: godere e assicurarsi il posto anche per il futuro. Ed è per queste due basilari e semplici ragioni che quando i dirigenti scelgono su chi puntare, giocatori e soprattutto allenatori, guardano il curriculum puntando gli occhi sulla voce vittorie.
Thiago Motta, il Bologna e il materiale a disposizione
Dunque partite vinte, certo, ma tenendo conto del materiale a disposizione, ovvero il livello tecnico del gruppo giocatori allenato. E da questo “combinato disposto” emerge che Thiago Motta in questa stagione sia stato uno degli allenatori più interessanti non solo in Italia ma anche in Europa. Riuscire infatti in un calcio così bloccato e tattico come il nostro a portare in Champions League (missione non ancora compiuta ma quasi) una squadra come il Bologna, il cui valore complessivo della rosa è in assoluto il settimo della massima divisione, significa saperci fare davvero. No, non può essere stata una botta di fortuna galattica. Tra l’altro il Bologna regala una godibilità di gioco decisamente alta: chiedere ai loro tifosi qual è l’indice di gradimento per ciò che vedono a prescindere dai risultati in senso stretto.